All’anima che dispiega i suoi sepolti ardori

(Risposta d’un filosofo del natural difetto)

O tu che l’urna de’ sospiri apristi
al cauto cerchio de’ savi compagni,
ove l’Amor, in sua veste fallace,
giacque spento con gloria di duolo,

sappi che l’alma mia, simìl piagata,
porta memoria di fervidi assalti,
che diletto pareano, e fur ferite,
nell’ora che la rosa mai più rise.

Ché questo difetto, nato con noi,
non v’ha sentenza che lo possa fugare,
né scienza umana, né fuga di tempo:
esso regna dove il core dimora.

E nondimeno, in dolor condiviso,
si fa intelletto più chiaro e gentile,
ché tra filosofi del pianto d’Amore
cresce sapienza che non muore in vento.

Però, fratello del medesmo ardore,
non temer di sparger le tue reliquie:
ché nella polvere del sentimento
nasce talora il fiore del vero.

Sassari, 5 Aprile 2025

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