Siamo ancora i nostri padroni,
o siamo fiumi che scorrono senza sapere la direzione,
turbati da venti che non vediamo,
sfiorati da luci che ci fanno ciechi?
Abbiamo preso in mano il nostro destino,
o è lui che ci sussurra, silenzioso,
nelle notti più buie e nelle giornate di sole?
Siamo ancora la penna che scrive la storia,
o siamo le pagine, senza parola,
pronti a essere girati?
Ci siamo eretti al di sopra delle stelle,
abbiamo costruito torri che sfidano il cielo,
ma nelle pieghe della nostra esistenza
abbiamo perso la chiave del nostro cuore,
che era, forse, l’unico vero padrone.
Eppure, nel profondo,
ascoltiamo la voce del vento,
che ci parla come un antico saggio.
Siamo ancora padroni di quel silenzio,
o siamo figli di esso?
Il dominio non è più quello che pensavamo.
Siamo i sogni e i desideri che ci plasmano,
e la libertà, forse, è un’illusione
che noi stessi abbiamo disegnato.
Forse siamo ancora padroni,
ma di un regno che non conosciamo più.
Un regno dove il controllo è una piuma,
e il nostro cuore è il vero timoniere.
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