A Lei…
A Lei, che vogliosa e pudica
discorreva d’amore, con le mani
sul mio viso più giovane. Carezze
notturne su lenzuola disfatte.
A Lei, venere plebea; frutto
proibito ai mortali -Gran monito!,
che, di castità avvinta, sedeva lontana,
passeggera dei suoi timori.
A Lei, immune al Cupido arciere,
io invio i miei dubbi sbiaditi
e notturni, ora che un nuovo sole
è giunto calmo ad estirparli.
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