Madre

Madre. Quale immenso,
sublime, amore incondizionato.
E giaccio esanime tra i vostri seni,
supreme fonti di vita,
con li occhi chiusi, persi
e fatalmente riposati, finalmente.

Il vostro costante sentimento
non bastò a mia sopravvivenza, seppure
insuperabile in bontà e purezza,
contro l’infida esistenza.
Il vostro dolore ora ha il volto della morte,
scolpito sulle carni prosciugate.

Perdonatemi signora, saggia guardiana
di forza natural custode, poiché
il vostro stesso sangue, ora smarrito,
nacque così debole e all’evidenza cieco.

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