Essendo l’umana vita transitoria e piena di perigli e tribolazioni, e ciascuno spirito nato sotto la luna costretto a passar per molte e diverse prove, non è cosa nova che l’animo, in certa etate, si trovi sperso infra le tenebre del dolore, e mancante di lume verace. Onde io, che fui peregrino sopra questa terra, ebbi a trapassare per vie oscure, le quali menano non già a perdizione, ma, con guida casta e pietosa, alla speranza d’alto raggio.
E però, volendo io narrare cotale cammino – non per vana gloria, ma perché altri che similmente soffra ne tragga conforto e lume – ho composto questi versi secondo l’arte antica del nostro sommo poeta, che del cammino dell’alma fece mirabile canto. In essi, sotto forma poetica e figurata, si mostra la discesa, la purga, e l’ascesa di colui che per dolore conobbe la verità, e per amore fu redento.
Chi legge, abbia animo aperto e cuore paziente: ché non ogni pianto è disperazione, né ogni oscuritade è priva di luce.
Sì come ‘l sommo cantor de l’alte cose
discese prima nel dolor profondo,
ove il dannato in pianto si ripose,
e poscia salì al monte sacro e tondo,
ove purgàrsi l’alme travagliate
che bramavan salir dal basso mondo,
finché giunse alle sfere illuminate,
ove risplende l’etterno Paradiso
tra voci sante e luci inebriate,
così m’accadde, nel mortal improviso:
provai le fiamme d’una doglia oscura
che mi struggeva come foco acceso.
Là dove ogni speranza si misura
con l’agonia ch’allenta il nostro fiato,
io dimorai tra pena dura e dura.
Ma quando il core fu quasi disfatto,
e l’ossa stanche al suol volean cadere,
parvemi un lume in ciel benedettato.
E da quel lume, con parole vere,
discese una figura sì gentile
che a dirne il nome ancor l’alma si spere.
“Son l’Anima,” mi disse con sottile
voce che al cor portava dolce ardore,
“venni per te da l’empireo più vile.
Che tu non mora in questo amaro errore,
ma trovi via che al sommo ben conduce,
ti sarò guida come fu d’amore.”
E prese man la mia, piena di croce,
e m’innalzò per vie ch’eran sì oscure,
ch’ogn’altra luce a lato parea luce.
Così salii, purgando le mie cure,
per ogni pianto e doglia sostenuta,
fino al confine delle cose pure.
Là mi condusse, in veste incorrotta,
ove s’adora l’amor che tutto move,
e l’alma mia fu salva e ricondotta.